Negli Stati Uniti il poker online sembra giunto ad una svolta dopo aver toccato il punto più basso nel 2011, anno del Black Friday che ha mandato in fumo il primo mercato mondiale. Grazie ai ricchi proventi incassati negli States negli anni 2006-2011, PokerStars e Full Tilt avevano promosso il giochino anche in Europa ed in Asia ed il texas hold'em, in quegli anni, era diventato un fenomeno generazionale.
L'inchiesta del Dipartimento di Giustizia (distretto Sud) di New York e il conseguente blitz dell' FBI nell'aprile del 2011, aveva stroncato, di fatto, tutta l'industria del poker online. Da quel momento il poker americano (e non solo) ha dovuto raccogliere i cocci, per una lenta e graduale rinascita.
In questo Articolo:
Le prime regolamentazioni
Sono arrivate nel biennio 2011-2013 le regolamentazioni del giochino solo in due piccoli stati, Nevada (2011), Delaware (2012), e successivamente in New Jersey (2013-2014). Per tre anni poi abbiamo assistito ad un vero immobilismo con tutti i tentativi, in Stati strategici come New York e California, andati a sbattere contro i veti delle lobby del gioco terrestre ed in particolare dei casinò tribali.
I fatti che rilanceranno il poker americano
Il 2017 però è stato un anno nel quale sono stati creati i presupposti per una rinascita importante del gioco online con tre fatti indiscutibili:
- L'accordo per la liquidità condivisa tra New Jersey, Nevada e Delaware nel poker e nei casinò online
- La regolamentazione nel gioco online (dopo 4 anni) di un altro stato: la Pennsylvania
- Il ricorso presso la Corte Suprema del New Jersey per la legalizzazione del betting online
Il 2018 anno della svolta...
Tutti fatti che vanno in un'unica direzione e che potrebbero nel 2018 regalarci un e-gaming a stelle e strisce diverso. Anche perché la Pensylvania può essere considerato l'ago della bilancia anche per la liquidità condivisa e per costituire un unico mercato, molto interessante.
Lo stato è il quinto più popoloso degli USA con 12,8 milioni di abitanti. Se consideriamo i 9 milioni del New Jersey (11esimo stato) i quasi 3 milioni del Nevada e i 961.000 del Delaware, il bacino potenziale è di 25,7 milioni.
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La potenziale liquidità sarebbe interessante e potrebbe spingere i grinder pro statunitensi a trasferirsi a Las Vegas o ad Atlantic City per partecipare al nuovo mercato condiviso statunitense.
Inoltre il New Jersey sembra intenzionato ad aprire alla liquidità internazionale e punta dritto sull'Europa (Francia e Spagna potrebbero essere le sponde perfette nel Vecchio Continente).
Gli aspetti politici e le resistenze di Sheldon Adelson
Inoltre il passo deciso della Pennsylvania ha una valenza politica non secondaria e potrebbe influenzare anche il Michigan (dove è stato presentato un nuovo disegno di legge) e gli stati di New York e della California (dove si discuterà dell'opportunità di regolamentare il poker proprio nel 2018).
Se anche solo uno dei tre stati dovrebbe cedere, il 2018 ci regalerebbe un mercato nord americano molto interessante.
Le premesse sono buone anche se c'è da vincere le resistenze del partito Repubblicano in Congresso e quelle di Jeff Session, discusso e criticatissimo ministro della Giustizia contrario al gioco online e uomo di Sheldon Adelson. Ma Donald Trump è favorevole a rispettare l'autonomia degli Stati ed inoltre è socio di uno dei principali poker network americani in società con 888Poker...
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