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Il Poker americano trema (insieme alle lotterie e DFS): l'offensiva del Dipartimento di Giustizia

Il nuovo parere sul Wire Act pubblicato dal Dipartimento di Giustizia (DoJ) degli Stati Uniti (come vi abbiamo informato pochi giorni fa) mette in serio pericolo il mercato legale del poker americano e non solo: tremano anche le lotterie e i Daily Fantasy Sports (DFS), tutti i giochi inter-statali. In queste ore ci si interroga sul futuro dell'industria dell'e-gaming negli States.

Un vero trionfo per gli ultra-conservatori che vogliono riportare l'online statunitense all'età della pietra a costo di favorire il gioco offshore ed illegale.

Ancora si hanno dei grossi dubbi su quale sarà l'incidenza di questo parere legale (che non ha valore di legge) ma non va sottovalutato: nel 2011, la re-interpretazione del Wire Act diede un forte impulso alla legalizzazione del poker in Nevada, New Jersey e Delaware.

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Ora il DoJ afferma che il Wire Act non può essere applicato solo alle scommesse telematiche ma a tutti i giochi, quindi poker, casinò, lotterie e DFS. Ricordiamo che la vecchia legge federale del 1961 vietava le scommesse telefoniche: fu scritta ed approvata per non permettere lo sviluppo del betting telematico in Nevada. Nel 2011 il DoJ (sotto l'amministrazione Obama) pubblicò un parere legale che sosteneva che poker e casinò non rientrassero in questo divieto.

Con il nuovo corso (sotto l'amministrazione Trump), il Dipartimento di Giustizia (i cui vertici sono nominati dalla Casa Bianca) fa marcia indietro, o meglio fa una vera e propria inversione.

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L' Attorney General (il procuratore generale) Rod Rosenstein ha preso posizione in queste ore sul Wire Act ed ha fissato un termine di 90 giorni affinché i fornitori adeguino il loro modello di business alle nuove disposizioni, ma vi sono ancora dei dubbi sull'ambito di applicazione.

Con ogni probabilità riguarderà tutti i giochi inter-statali. In forte pericolo quindi la liquidità condivisa nel poker online messa in atto da American Poker Network (che vede coinvolti 888 e Caesars con WSOP) negli stati del Delaware, Nevada e New Jersey. 888Poker e Caesars presenteranno ricorso?

Essendo il poker un gioco di liquidità, questa nuova castrazione legale rischia di rallentare il processo della regolamentazione in nuovi stati. Di sicuro non poter mettere in atto una liquidità condivisa interstatale rischia di compromettere la rinascita del poker statunitense.

Secondo però attenti osservatori, il nuovo parere potrebbe mettere anche in discussione i mercati legali già esistenti. Sarebbe una bella mazzata per chi ha investito nel poker online e casinò negli States. Un'ipotesi remota ma non da escludersi: questa legge federale può derogare una legge di un singolo stato? E' un dibattito molto sentito negli USA e riguarda l'indipendenza degli Stati.

In forte pericolo, in ogni caso ci sono tutti i giochi interstatali (visto che la legge in questione è una legge federale): non solo il poker online con liquidità condivisa ma anche le lotterie e i Daily Fantasy Sports.

Si rischia quindi di fare tre passi indietro in un'epoca digitale, gli States paradossalmente potrebbero tornare all'età della pietra. Senza dubbio le poker rooms ed i casinò offshore con sede a Panama, in Costa Riga, Antigua e Curacao ringraziano per il favore fatto dal Dipartimento degli USA, finito di nuovo in mano agli ultra-conservatori.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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