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Artifact

Artifact, le prime impressioni: gameplay interessante, ma difficile da seguire

Una doverosa premessa: se volete sapere come si gioca ad Artifact o ne cercate le regole, siete capitati nel posto sbagliato. Un po’ perché non è questo lo scopo dell’articolo, un po’ perché… neppure chi vi scrive ha capito perfettamente come si giochi.

Come il sottoscritto, però, il tanto atteso collectible card game della Valve, il developer di Dota 2 per intenderci, ha spiazzato anche gran parte degli oltre 24.000 spettatori collegati su Twitch per il Beyond The Summit Preview Tournament, il torneo che ha lanciato ufficialmente il gioco – anche se arriverà su Steam solo il 28 novembre.

 

 

Un gioco di carte… da tavolo

Tanto per contestualizzare: Artifact è un gioco di carte collezionabili che nelle intenzioni della Valve dovrebbe sfidare il monopolio di Hearthstone, arrivando là dove Gwent non è (per lo meno ancora) riuscito ad arrivare.

La particolarità di Artifact è che oltre ad essere un gioco di carte, sembra anche un gioco da tavolo, perché il campo di battaglia in realtà non è uno solo, ma sono tre ‘board’ separate. Le carte sono divise in tre tipi di rarità (comuni, non comuni, rare) e quattro colori (rosse, verdi, nere e blu) e, naturalmente, esistono eroi, minion e incantesimi.

A differenza di altri giochi come Hearthstone, in Artifact esiste anche una fase di shopping dove è possibile spendere la valuta guadagnata all’interno della stessa partita per acquistare item e migliorare l’equipaggiamento dei propri eroi.

E fin qui, tutto abbastanza comprensibile…

Il gameplay? Decisamente ‘legnoso’

E non ci riferiamo alla grafica, con le tre board che sembrano vere e prorpie tavole di legno. Anzi, dal punto di vista grafico, Artifact non è affatto male. Dovete però scordarvi le animazioni scintillanti in stile Hearthstone, e forse già qui si nasconde la prima problematica: su Artifact è difficile capire al volo che cos’è e cosa fa una carta.

La divisione del tipo di carte non solo per rarità, ma anche per colore, rende ancor più difficile comprenderne gli effetti, anche se basta passare il mouse sopra la carta stessa per poterne leggere la descrizione.

Tuttavia, la sensazione è che rispetto ad Hearthstone, il processo di apprendimento di Artifact sia molto più complicato, anche per un giocatore amatoriale che ne volesse fare soltanto un passatempo.

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La risposta del pubblico

Abbiamo seguito in parte il torneo di lancio di Artifact (durato praticamente mezza giornata!) e ci sentiamo di condividere la sensazione di gran parte dei viewer di Twitch, espressa sulla chat del canale: da guardare, Artifact è piuttosto noioso e non di immediata comprensione.

Pur dopo diverse ore, molti spettatori ancora non erano riusciti a capire l’esatto funzionamento del gioco. Non ha aiutato neppure un commento sin troppo tecnico, rivolto – più o meno coscientemente – a quella minuscola percentuale di giocatori/spettatori che evidentemente avevano potuto partecipare alla fase alpha di Artifact e ne conoscevano già tutte le sfaccettature.

Artifact vs Hearthstone: chi la spunterà?

Il guanto di sfida, tuttavia, è lanciato. Valve è un colosso che non ha grossi problemi a investire quando crede in un prodotto (e il The International di Dota 2 lo dimostra) e tutto lascia pensare che Artifact riceverà tutto il supporto necessario per provare a detronizzare Hearthstone come card game online più giocato al mondo.

Non sarà facile, visto che Hearthstone ha da poco superato i 100 milioni di giocatori al mondo, quasi triplicando i numeri di appena un paio di anni fa.

Artifact ci proverà, puntando molto sulla possibilità di organizzare tornei in-game e sul trading delle carte (cioè la possibilità di vendere e acquistare carte in un vero e proprio marketplace), feature che su Hearthstone mancano e che i player invocano da tempo, soprattutto per quanto riguarda la modalità torneo.

Artifact contro Hearthstone, Valve contro Blizzard: che il gioco abbia inizio…

 

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