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Galen Hall WSOP Main Event

È una delle mani più brutte di sempre al WSOP Main Event?

Il WSOP Main Event è da sempre una fucina di curiosità, aneddoti e soprattutto mani clamorose. A volte si tratta di colpi di fortuna (o di sfortuna), altre di letture incredibili. Ma le mani che ci piacciono di più sono quelle che sembrano non avere un perché.

Allacciate le cinture: ciò che state per leggere non capita tutti i giorni, soprattutto ad un Day 5 del torneo più importante dell’anno.

Un po’ di background

Prima di parlare della mano, però, lasciateci contestualizzare un po’. Siamo come detto al Day 5 del WSOP 2019 Main Event e i protagonisti sono Galen Hall e Daisuke Ogita.

Il primo è un giocatore americano, classe 1986, che in carriera ha vinto oltre 5,2 milioni di dollari nei tornei di poker live, soprattutto grazie all’exploit al PCA 2011 Main Event – che gli valse una 'picca' da 2,3 milioni – e alla conquista del WSOP 2018 Crazy Eights – per una prima moneta da $888.888. Insomma, un giocatore navigato seppur ancora giovane.

Il secondo è un player giapponese di cui sappiamo ben poco. Dando un’occhiata al suo profilo su Hendon Mob, vediamo che il suo primo piazzamento a premio in un evento live risale a meno di due anni fa, il 1° settembre 2017, mentre il suo esordio tra gli ITM alle World Series è dell’anno scorso – un 477° posto al The Giant da $365 di buy-in. A occhio non un fenomeno, insomma, come dimostrano gli appena $135k di earnings lifetime.

Il board apparecchiato

Ma veniamo al piatto in questione.

Secondo quanto riportano i colleghi blogger di WSOP.com,  su board 10 3 Q J A , Daisuke Ogita punta 450.000 chip. Purtroppo non conosciamo né l’action pre-flop, né tantomeno cosa sia successo nelle street precedenti il river.

Sappiamo però che Galen Hall annuncia l’all-in, che è di 557.000, quindi solo 107.000 chip in più rispetto a quanto il giapponese ha già investito puntando al river.

Tutti si aspettano uno snap-call, e invece…

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Clamoroso al WSOP Main Event

Il giapponese non solo non snappa, ma va in the tank.

Passa circa un minuto, e qualcuno (giustamente, ci viene da dire) chiama il clock.

Informato dell’accaduto, il floorman concede qualche istante in più a Ogita, che però non ne ha bisogno, visto che getta le carte nel muck poco dopo.

“Bel bluff, Galen”, abbozza qualcuno.

“Grazie”, risponde Hall.

“Che cacchio di diavolo è stato?”, chioserebbe Peter Griffin.

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