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Ali-Imsirovic

Il mistero di Imsirovic: Il poker player diventa un fantasma e il Ceo di una room mette una taglia da $100.000 su di lui

Phillip Nagy, CEO di Winning Poker Network, una delle piattaforme internazionali di poker più in vista nel mercato offshore americano, ama a volte provocare ma anche tutelare l’integrità e l’immagine del poker.

L’amministratore delegato è voluto entrare a gambe unite sulla questione che vede coinvolto – da più di un anno – il controverso giocatore bosniaco Ali Imsirovic.Ricordiamolo, fino al 2021 è stato uno dei più vincenti dei tornei live. Un high roller che sembrava imbattile, ma è scomparso quasi nel nulla. Si sono perse le sue tracce dall’action dalle World Series del 2022.

Ali Imsirovic: il doppio ban e quelle voci…

Come è noto, il circuito live PokerGo Tour e GGPoker lo hanno bannato senza però rendere pubbliche le motivazioni. Il player ha sempre mantenuto un low profile e stupisce che non abbia mai querelato nessuno per diffamazione. Ci si sarebbe aspettati ben altre reazioni da un presunto innocente.

Le accuse più gravi (ma ripeto sono accuse senza una prova schiacciante a supporto come ha sottolineato il collega Bob Pajic di Cardshat) riguardano l’uso di software di assistenza in tempo reale (RTA) e la gestione di una presunta scuderia di players al fine di colludere online (altra accusa mai provata).

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Le invettive di Negreanu e Galfond

Tra i grandi accusatori ci sono noti professionisti del mondo del poker che godono di ottima reputazione come Matt Berkey, Phil Galfond, Alex Foxen, Daniel Negreanu e Chance Kornath.

Proprio Daniel Negreanu è stato uno dei primi a chiedere il ban su tutti i siti di gioco online di Imsirovic.

Il problema è che, come tutti sanno, le voci si sprecano ma non ci sono prove. Non esiste la pistola fumante, tutto questo rumore rischia di suonare come parole vane al vento. Ma c’ è anche il rischio di una vera diffamazione nei confronti di un presunto innocente, se vogliamo essere garantisti.

Il vero problema è l’atteggiamento passivo del protagonista che alimenta ancor di più le voci. I reg si chiedono: “sta nascondendo qualcosa?”. “Perché non si difende?”. Domande spontanee.

Nagi mette la taglia: “pago chi mi fornisce le prove!”

Nagy vuole chiudere una volta per tutte la questione: ha messo una taglia da 100.000 dollari se qualcuno può dimostrare che Imsirovic stia barando online. Chi vuole l’assegno deve portargli la pistola fumante.

Così suona male, ma negli Stati Uniti sono abituati a risolvere le cose in modo pratico, come se fossimo in un vecchio film.

A scatenare la recente reazione di Nargy e di diversi poker players è stato un messaggio di Barry Carter che ha lanciato un messaggio per conto di Imsirovic di voler coachare alcuni nuovi ragazzi.

A quel punto si sono sprecate le risposte ironiche e sarcastiche su Twitter, inclusa una tagliante di Galfond (che non riportiamo volutamente perché potenzialmente diffamatoria).

Il sito di informazione statunitense CardChat sta cercando di verificare se quella mail appartenga realmente a Imsirovic. Letto il tweet di Galfond, Nagy ha deciso a Cipro, durante le Triton Super High Roller Series, di mettere in palio questa particolare ricompensa da 100.000 dollari.

Devo dire la verità che è molto frustrante sia per i fan che per i giornalisti che amano il poker, avere questa sensazioni di impotenza. Fino ad ora, nonostante tutte le voci e i rumors sul conto di Ali, sul tavolo non c’è alcuna prova delle gravi accuse. E c’è chi rischia anche di passare dalla ragione al torto, nell’esagerare con accuse che non può provare.

CardChat fa l’esempio di Berkey che ha lanciato un tweet e accuse molto pesanti (da noi censurate perché senza alcuna parvenza di una prova): l’autore non è solo un coach e un giocatore d’élite, ma è entrato a far parte anche dall’altra barricata, quella dei media e dovrebbe conoscere le regole d’ingaggio e le leggi che regolano la corretta informazione. Il suo podcast “Only Friends” è stato anche premiato. È uno dei pochi che lavora “dall’interno dell’edificio”, eppure non ha rivelato prove concrete.

Il ban di GGPoker? La conferma di SharkScope su Ali Imsirovic

Tuttavia il ban subito da Imsirovic dal PokerGo Tour non è un dettaglio da poco, purtroppo però PokerGo non ha voluto spiegare come (e perché) sia arrivato a prendere una decisione così drastica. Oltretutto era un giocatore che era stato premiato da loro stessi nel 2021 come Player of The Year. E da quello che risulta il bosniaco non ha mai contestato il ban. Perché?

Ma non è finita qui. Imsirovic sembra essere uno dei 40 giocatori bannati da GGPoker nel 2020 dopo aver usato software vietatissimi di Real Time Assistence. GG non ha reso pubblici i nomi dei 40 bannati, ma secondo SharkScope, l’attività di imsirovic è terminata proprio il giorno stesso in cui sono stati decisi e comunicati i provvedimenti.

Come detto, Imsirovic è considerato oggi un fantasma del poker live. Dopo aver vinto tutto nel 2021, non si vede in un evento dal vivo dalle WSOP 2022. L’uomo del mistero continua a far discutere, ma di prove ancora neanche l’ombra.Non è facile quando hai a che fare con un fantasma che vive in una terra di mezzo.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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