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Le strategie di PokerStars e PartyPoker nello scacchiere del mercato USA: nuovi accordi in vista

Fino al 2006 PartyPoker è stata la principale poker room mondiale essendo leader indiscussa nel mercato online degli Stati Uniti. Con l’entrata in vigore dell’UIGEA (la legge federale che vieta le transazioni finanziarie per i siti di gioco) l’egemonia è passata in mano a PokerStars e Full Tilt, fino al 2011 con il black friday.

Da quel momento, gli equilibri del mercato del poker online nello scacchiere del poker online americano sono stati riscritti con estrema lentezza ed i giochi parevano in mano alle multinazionali dei casinò di Las Vegas e Atlantic City (in particolare Caesars).

Con il passare del tempo però le poker rooms europee come Party e PokerStars stanno riconquistando gli spazi naturali, anche se gli accordi siglati avranno effetti nei prossimi anni.

Solo 5 stati hanno legalizzato il gioco da remoto nel decennio appena trascorso, l’ultimo è il Michigan che ha formalizzato questo passaggio nel dicembre del 2019.

Gli USA però rimangono un’incognita: la nuova interpretazione del Wire Act da parte del Dipartimento di Giustizia che ha messo in serio pericolo la liquidità condivisa interstatale tra Nevada, New Jersey e Delaware, anche se i giudici sembrano rifiutare questo ultimo atto del DoJ.

Nel frattempo però con il via libera in molti Stati alle scommesse, la lobby del settore ha ripreso a funzionare a pieno regime. Gli interessi negli States per l’industria del gioco iniziano ad essere molto seri e tangibili. Gli investimenti delle società europee sono volti soprattutto al di là dell’Oceano Atlantico.

Proprio nel Michigan, PokerStars ha fatto l’ultima mossa, stringendo una partnership con una tribù di nativi locali che gestiscono i casinò nello stato, proprio per ottenere la prima licenza di gioco.

Lunedì è stato annunciato l’accordo con Little Traverse Bay Bands della Odawa Indians Gaming Authority per la gestione del marchio PokerStars in Michigan. I residenti potranno avere a disposizione giochi da casinò, poker online, scommesse sportive.

L’accordo di partnership offre a PokerStars il primo accesso al mercato del poker online in uno Stato da 10 milioni di cittadini, il decimo più popolato negli States.

Una mossa simile è stata fatta in Pennsylvania con Mount Airy Casino Resort, una delle sale licenziatarie per l’online. C’è poi la fusione in vista con Betfair che negli USA sono forti grazie all’acquisizione di Fun Duel che ha un enorme database per i fantasy sport ed il betting.

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Pokerstars ha anche siglato un accordo esclusivo con Eldorado Resort, la catena dei casinò del Nevada che è presente in 12 stati e possiede 28 sale da gioco. Non solo. Eldorato ha da poco acquistato Caesars Entertainment Corp. per 8,6 miliardi di dollari. Ma da questa operazione sono fuori le World Series of Poker e WSOP.com che fanno parte di Caesars Interactive, dopo lo spin-off di due anni fa.

WSOP.com però sta perdendo colpi e quote di mercato e tutto ciò rafforza la concorrenza delle poker room europee.

Ricordiamo che WSOP ha in mano sempre l’accordo per la liquidità condivisa tra Nevada e New Jersey nonostante il parere negativo del Dipartimento di Giustizia (la famosa revisione del Wire Act che abbiamo accennato prima). La sensazione è che sia solo questione di tempo poi il mercato inizierà a funzionare a pieno regime con un pool condiviso tra 4/5 Stati.

Il deal tra PokerStars ed Eldorado potrebbe riaprire le porte a TSG a Las Vegas e dintorni. Stars è già ben posizionata in New Jersey ma potrebbe rientrare dalla porta principale proprio in Nevada dopo l’embargo di 5 anni e prepararsi alla condivisa interstatale. Per questa ragione il Nevada diventa un crocevia strategico.

Si registra però un passo deciso della concorrente PartyPoker verso la medesima meta: è emerso in questi giorni che la poker room ha presentato una domanda per la licenza in Nevada nello scorso maggio. L’idea è quello di unire il field con quello della room del New Jersey.

Oramai è chiaro che PartyPoker e PokerStars stanno schiacciano la concorrenza nel mercato a stelle e strisce e vogliono riprendersi quello che hanno lasciato alle spalle nello scorso decennio. Stato dopo Stato, a piccoli passi, ci stanno riuscendo ed il poker potrebbe essere strategico soprattutto per favorire il cross over verso il betting, il vero business del prossimo decennio negli States.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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