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L'ex sottosegretario Baretta: "fuga concessionari? Rischio obiettivo, come ricorsi e risarcimenti con ban totale pubblicità. Ci vuole normativa europea"

L'ex sottosegretario Baretta: "fuga concessionari? Rischio obiettivo, come ricorsi e risarcimenti con ban totale pubblicità. Ci vuole normativa europea"

Il nostro Claudio Zecchin ha intervistato in esclusiva Pier Paolo Baretta, sottosegretario con delega ai giochi nei due precedenti Governi. Negli ultimi 5 anni Baretta ha ridotto il parco slot del 30%, con una forte politica di contrasto alla ludopatia. Auspica l'ex vice ministro che il problema sia discusso a livello europeo perché il rischio della fuga dei concessionari è "obiettivo" così come quello di "ricorsi e risarcimenti danni" oltre ad una forte ricaduta occupazionale. Dalle sue parole si evince grossa preoccupazione per la tenuta del mercato online legale, dopo quasi 20 anni di evoluzione normativa, rischiano di saltare gli equilibri.
I concessionari preannunciano ricorsi: Leo Vegas: "andiamo in Corte Europea, ban non costituzionale, chiederemo i danni"

I concessionari preannunciano ricorsi: Leo Vegas: "andiamo in Corte Europea, ban non costituzionale, chiederemo i danni"

Niklas Lindahl country manager di Leo Vegas Italia ha preannunciato ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro il ban sulla pubblicità, con richiesta danni dopo ingenti investimenti negli ultimi anni sostenuti dalla sua azienda che ha regolare concessione italiana. Ma ci risulta che molti concessionari siano sul piede di guerra e pronti ad agire legalmente.
Avvocato Giulio Coraggio su ban pubblicità: "concessionari discriminati, decreto incostituzionale, il divieto rende impossibile l'offerta in Italia, ricorsi e risarcimenti possibili"

Avvocato Giulio Coraggio su ban pubblicità: "concessionari discriminati, decreto incostituzionale, il divieto rende impossibile l'offerta in Italia, ricorsi e risarcimenti possibili"

Intervista con l'Avvocato Giulio Coraggio sul ban della pubblicità: il provvedimento è incostituzionale per varie ragioni e ci sono margini per ricorsi sia in Italia che dinanzi la Corte di Giustizia Europa. Inoltre il decreto non rispetta la normativa europea di notifica, che prevede il periodo di tre mesi di "stand still" presso la Commissione Europea.