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Chi è il pokerista italiano a essere arrivato per primo nei top 50 del Main Event WSOP

Quando la giocabilità estrema e una atmosfera incredibile rendono un torneo una esperienza di vita unica nel suo genere. Il Main Event WSOP è il torneo dei tornei per ogni pokerista, ma nella bacheca dell’ItalPoker, a oggi, è un torneo che ancora manca.

Nel 2019 Dario Sammartino arrivò a un soffio dal braccialetto più importante. Prima di lui erano approdati al tavolo finale del Main Event WSOP – quando ancora c’erano i November NineFederico Butteroni e Filippo Candio.

Ma chi è l’italiano che si è comportato meglio tra il 1972, ossia l’anno in cui si svolse la prima edizione del Main Event WSOP, e il 2010 in cui il sardo arrivò al tavolo finale?

Da Del Grosso a Minieri

Scorrendo i payout delle edizioni storiche del Main Event WSOP, il primo tricolore che abbiamo scorto nelle prime cento posizioni risale alla edizione 2005 del Main Event WSOP.

Quell’anno in 83° posizione chiuse il torneo Marcello Del Grosso per un premio di 91.950$. Del Grosso migliorò il suo score l’anno successivo, nella edizione vinta da Jamie Gold, chiudendo in 72° posizione.

A giudicare dai risultati del player che abbiamo trovato, però, Del Grosso è a tutti gli effetti un canadese che di italiano ha solamente le origini.

Dando per buona questa lettura, il primo pokerista italiano a essere entrato nella top 100 del più importante torneo del mondo fu Dario Minieri.

Nel 2007, alla 38° edizione WSOP, il ‘Darietto nazionale’ fu protagonista di una incredibile deep run che scaldò i cuori di tutti gli italiani appassionati di poker. Il romano chiuse poi il suo cammino in 96° posizione per 67.535$ di premio, ma ormai aveva aperto una strada.

Tanto che l’anno successivo un altro azzurro arrivò tra i top 100 del Main Event WSOP, Davor Lanini, che chiuse in 81° posizione per una moneta di 77.200$.

La scalata di Montagna

I tempi erano ormai maturi. L’anno successivo a trovare l’incredibile exploit al Main Event WSOP fu un trentenne di Reggio Emilia, Corrado Montagna.

‘Dedde’, questo il soprannome del barista, sopravvisse alle prime sei giornate del torneo. Al day 7 si trovò a incrociare le carte con Phil Ivey senza sapere chi fosse. Quando ne parlava lo chiamava “quel ragazzo che rilancia sempre”.

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Sopravvisse cinque ore, poi trovò l’eliminazione in all-in preflop con coppia di dieci contro la coppia di jack avversaria.

Il 43° posto finale valse al reggiano una moneta di 178.857$. Montagna aveva detto che in caso di vittoria avrebbe regalato il bar di cui era proprietario. Alla fine non cambiò lavoro ma con il bottino vinto continuò a giocare tornei di poker live per qualche anno: il suo ultimo in the money risale al 2012.

I tavoli finali dell’ultimo decennio

Montagna fece da apripista e diede un contributo fondamentale alla rottura di quello che per il poker italiano stava diventando una sorta di tabù.

L’anno dopo gli entusiasmi sollevati da ‘Dedde’ nella comunità pokeristica italiana si moltiplicarono esponenzialmente quando Filippo Candio diventò November Nine.

Al termine di un tavolo finale memorabile, di cui alcuni frammenti sono ancora oggi cliccatissimi su YouTube, il sardo chiuse il Main Event WSOP in quarta posizione per più di tre milioni di dollari di premio.

Dopo il tavolo finale sfiorato da Sergio Castelluccio nel 2013, nel 2016 ad arrivare all’ultimo tavolo del torneo più importante del mondo fu Federico Butteroni, che chiuse in ottava posizione.

Poi l’epica cavalcata di Dario Sammartino nel 2019 che terminò proprio quando sembrava che anche l’ultimo tabù del poker italiano, ossia la vittoria finale del Main Event WSOP, fosse pronto a cadere.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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