Luca Moschitta è da più di un decennio sulle prime pagine di chiunque parli di poker in Italia.
È passato circa un anno e mezzo dall’ultima volta che abbiamo sentito l’ex Supernova Elite, e lo abbiamo ricontattato per nuovi aggiornamenti su come si stia sviluppando la sua carriera.
Luca infatti ha avuto un timing pessimo questa volta, decidendo di dedicarsi al poker live proprio a ridosso della pandemia.
In questo Articolo:
Il 2020 di Luca Moschitta
“L’ultimo anno è probabilmente quello in cui ho giocato di meno a poker. Nel 2019 mi stavo un po’ più concentrando sul live, ho fatto un paio di ITM a Barcellona, sono andato a Praga, ho fatto alcuni risultati qui a Malta. Poi è successo quello che è successo. All’inizio non pensavo che durasse un anno quindi non ho fatto grossi programmi, ma poi è durata tanto questa situazione.
Mi sono concentrato più su altre cose, ad esempio le criptovalute, come quasi tutti i giocatori di poker oggi, anche se non sono un esperto. Avevo già investito qualcosina tempo fa, ma era più un investimento passivo che una cosa a cui stavo dietro.
Ora è un po’ più interessante, secondo me oggi se hai dei soldi da investire le crypto sono il posto giusto, anche se non vedo comunque una prospettiva lungimirante. È come un treno che passa adesso, resterà per un paio di anni e poi… ne resteranno poche, diciamo così.”
La preparazione per le WSOP
Dopo un “anno sabbatico”, Luca ha trovato in una recente notizia lo stimolo per scendere di nuovo in campo, o meglio prepararsi a farlo:
“Appena ho visto che hanno pubblicato le date delle WSOP ho deciso che mi dovevo preparare, e da un po’ di tempo mi sono rimesso a studiare MTT perché è già un anno che sono fermo.
Programmare qualcosa oggi è difficile. Sono stato alle WSOP tante volte, e a pensare alle situazioni come i break con quella massa di gente… non so onestamente come li gestiranno.
Dovranno limitare tantissimo il numero di giocatori, non lo so. Immagino che quest’anno sarà una cosa molto più per gli americani che per chi viene da fuori.
Comunque anche se non posso programmare nulla, mi sono rimesso sotto con gli studi, perché ovviamente vorrei riprendere.
Quest’anno ho tirato un po’ le somme: ho cominciato a giocare a poker molto giovane ed è quello che so fare meglio nella vita. Ho fatto anche altro, magari quello che ho guadagnato nel poker l’ho investito in altro, però il poker è quello che mi piace fare e mi piacerebbe tornare a giocare live. Vediamo quando ce lo permetteranno!”
Come e quanto si deve studiare nel 2021
Dopo 15 anni di attività Luca Moschitta ha ancora bisogno di studiare? È evidente che nel poker non si finisce davvero mai di imparare. Ovviamente abbiamo approfondito subito questo aspetto; data l’importanza dello studio per qualunque giocatore, i consigli di Moschitta possono essere utili a tutti!
“Io studio almeno un paio d’ore al giorno. Sbircio un po’ tutti i video dei siti delle scuole, guardo i giocatori MTT come giocano oggi, un po’ di Piosolver… Già rispetto a un annetto fa ho visto che ci sono dinamiche un po’ diverse.
Ad esempio ho visto l’articolo di Musta su Assopoker e ha detto una cosa molto interessante, che una volta per diventare forte dovevi crearti una sorta di club di giocatori bravi con cui discutere le mani.
Oggi praticamente apri il computer e le stesse domande le fai a Piosolver. È cambiato il modo in cui le persone migliorano il proprio gioco.
Non hai più bisogno di cercare i giocatori più forti per confrontarti, ora impari a usare il programma e ti restituisce matematicamente la mossa più corretta. Con questi strumenti anche senza amicizie pokeristiche importanti, si può diventare dei top player.
È molto interessante, di recente ho imparato a usare Piosolver e sto studiando molte mani. Poi adesso che passo molto tempo a casa guardo molti video delle scuole di poker, ci sono giocatori fortissimi che offrono molto materiale da vedere. “
Grazie ai solver è più facile diventare i migliori
Al riguardo ci sono due scuole di pensiero: chi pensa che i solver abbiano un po’ rovinato il gioco e chi pensa che l’abbiano aiutato ad evolversi. Come la vede Moschitta?
“Da un lato è una cosa negativa perchè costringe a studiare sempre di più e ed alza sicuramente il livello. D’altra parte però la vedo come una cosa molto positiva, perché prima era anche difficile entrare in queste cerchie. È normale, se sei bravo, vuoi condividere la tua strategia solo con chi vuoi tu.
Ora è un po’ più democratico, se vuoi veramente diventare più forte a poker ti metti là, studi molte ore, guardi tutte le mani che hai giocato e puoi diventare anche uno dei migliori.
Ovviamente ci sono sempre differenze tra online e live, questi software GTO funzionano contro giocatori bravi, contro quelli scarsi è un altro tipo di gioco.
Il live oggi
“Ho lasciato un po’ il poker online perché non è più quello di una volta. I giocatori che hanno iniziato anni fa come me erano abituati ad altre cifre, erano abituati a sudare di meno per guadagnare di più.
Oggi devi lavorare il doppio per guadagnare la metà. Credo che l’online sia ottimo per migliorare, anzi se vuoi essere un giocatore completo devi giocare online, ma secondo me il live oggi offre molte più opportunità che l’online.
Se approcci agli High Stakes online sul punto-com oggi affronti troppe difficoltà. Ci sono purtroppo molti RTA (Software GTO in tempo reale), penso per esempio agli Spin&Go high stakes, le poker room li bannano in continuazione ma purtroppo è una realtà.
Quindi magari devi metterti a giocare stakes più bassi, senza le rakeback di una volta, bisogna giocare per profit e la rake è alta. Io ho sempre grindato Sit & Go, oggi sono quasi imbattibili, per questo penso che passare agli MTT sia la scelta migliore visto che sono ancora battibili”.